Fenomeno Facebook: la mia esperienza
E’ ancora disponibile in edicola un librettino in allegato con il Sole24ore: Il Fenomeno Facebook.
Prima di leggerlo e di farne una recensione volevo descrivere la mia esperienza personale con Facebook in modo da fare un “prima e dopo la lettura” e valutare in questo modo l’impatto della stampa ‘divulgativa’ su un ‘addetto ai lavori’ (nella fattispecie, io).
Chi lavora su internet a 360 gradi (web marketing) forse si sente come me quasi in dovere di avere una conoscenza approfondita di un po’ di tutto e sopratutto dei ‘fenomeni’ più diffusi.
Condivido quindi la mia esperienza e le mie riflessioni sul ‘Fenomeno Facebook’ anche per stimolare una condivisione di conoscenza che ci permetta di afferrare e padroneggiare il fenomeno e valutare le possibili evoluzioni nel nostro lavoro (dalla ‘semplice’ realizzazione siti web alle più avanzate ed audaci strategie di web marketing).
Innanzitutto…
Come mi sono iscritto a Facebook
Certamente ne avevo già sentito parlare parecchio e conoscevo già per ‘lavoro’ (e mi ero già iscritto) i social network con carattere più professionale (linkedin e pochi altri).
Tuttavia mi sono iscritto a Facebook perchè invitato: mi è arrivata una mail il cui messaggio (implicito o letterale) era “questa persona ti invita ad iscriverti a facebook”.
Chi è iscritto a Facebook o altro social network lo sa: il ‘gioco’ sta in un certo senso nell’accrescere il proprio numero di contatti. Se mi si permette di scomodare McLuhan, “il medium è messaggio” e il “messaggio” del “medium” Facebook è in qualche modo “più contatti hai, più sei importante”.
Questo gioco in realtà viene ‘smascherato’ abbastanza presto: si scopre infatti che possiamo in realtà contattare perfetti sconosciuti e farli diventare ‘nostri amici’; nella stragrande maggioranza dei casi… accetteranno la nostra ‘richiesta di amicizia’.
Ma il fatto che io – come molti altri – mi sia iscritto perchè invitato fa emergere questa particolare tecnica di marketing ‘virale’ che potremo definire “passaparola pilotato“. Tecnica che, condivisa da altri social network, certamente ha contribuito al successo di Facebook.
La mia esperienza con facebook
Dopo qualche mese di attività social su facebook e diverse discussioni ‘off line’ potrei tirare le somme così:
- Facebook è uno strumento incredibile e sorprendente per riprendere contatti, farsi un’amabile chattata o un gradevole scambio di messaggi con persone che era parecchio tempo che erano uscite dalla propria vita; poi per carità, da cosa nasce cosa…
- Facebook può essere anche uno strumento altrettanto incredibile (anche se un po’ meno rispetto al punto precedente) per trovare collaboratori per un progetto (professionale, creativo o ricreativo) o che condividono certi interessi ‘di nicchia’.
- Facebook in effetti viene percepito come minacciosamente coinvolgente tanto da spingere le aziende a chiuderne l’accesso ai propri dipendenti durante l’orario di ufficio (vedi ad esempio questo “Facebook chiuso nelle ore di ufficio“); in realtà che un medium qualsiasi possa essere talmente coinvolgente da essere totalizzante… è una convinzione che stimola di più la nostra immaginazione di quanto non trovi supporto nella nostra esperienza (ammettiamolo! Fenomeni di tele-dipendenza, computer-dipendenza, internet-dipendenza… Quanti di noi hanno un ‘caso in famiglia’? Molti meno di quanto ci piacerebbe ammettere…).
- Facebook è un fenomeno decisamente alla moda; illuminante il caso di una mia amica che in vacanza in Grecia le veniva chiesto, subito dopo il suo nome, se aveva un profilo su Facebook.
Il che mi fa riflettere su come Facebook sia in qualche modo uno strumento che proietta in qualche modo la nostra identità in rete, al presunto scopo di velocizzare le relazioni; possiamo speculare ad esempio sul fatto che il nostro profilo su Facebook dica di noi molto più di quello che emergerebbe dopo diverse ore di conversazione intima. - L’essenza di Facebook è probabilmente il suo aspetto ‘ludico’ (permettemi l’eufemismo : ) ), il conoscere gente, amici, l’instaurare relazioni con l’implicità possibilità che poi diventino ‘meno virtuali’… che questo poi sia vero è di nuovo probabilmente più raro di quanto ci piaccia immaginare (non ricordo chi diceva “non è vero ciò che è vero ma è vero ciò che piace”).
E ora la “domanda”…
Facebook può essere uno strumento di marketing e di promozione?
Probabilmente si, ma sempre meno di quello che ci piacerebbe pensare e sopratutto… dipende.
Un paio di dati:
- la pubblicità sui social network (si narra) è un flop: il CTR ed il Conversion Rate sono bassissimi e costosi rispetto ad altre piattaforme (siti, portali, blog…); questo secondo me deriva dal fatto che internet (se dio vuole…) è un medium a forte carattere ‘contestuale’ e ‘comportamentale’;
il successo di una campagna su internet (secondo mie esperienze e convinzioni) è proporzionale alla ‘vicinanza di intenzione e di valori’ dell’utente a cui sottoponiamo la campagna: ad esempio non è conveniente promuovere mutui su facebook a meno che i miei annunci non siano visualizzati in un ‘gruppo’ di facebook dedicato all’argomento (e non è detto che sia conveniente lo stesso).
Il fatto è che su Facebook gli utenti entrano con ‘certe intenzioni’, hanno ‘certe aspettative’, adottano ‘certi comportamenti’ che non li rendono molto ricettivi a tutto ciò che non c’entra rispetto a quello che stanno facendo. Non è un caso che… - l’unica pubblicità che sembra funzionare (a vedere dalle impression visualizzate) è quella di altri social network; l’avrete certamente notato anche voi, le pubblicità più frequenti sembrano essere quelle di altri social o piattaforme simili (o con intenti simili).
Quindi certamente la promozione va fatta in maniera più articolata, con la creazione di gruppi o altre attività simili (per quanto riguarda le famose ‘applicazioni facebook’… non le sopporto, quindi non le conosco).
Ultimamente mi sono iscritto a gruppi particolarmente invasivi in fatto di invio messaggi nella mia casella di posta di Facebook. Non so se questo tipo di strategia possa avere successo… ma spero tanto di no ( per come la penso io significherebbe che siamo di fronte ancora ad una fetta di utenti poco evoluti abbastanza grande da incoraggiare comportamenti che provocano ‘fastidio’ a tutti gli altri).
Quindi, se dovessi promuovere qualcosa su Facebook, come agirei io (che non l’ho ancora mai fatto : ( )? Provo a fare una scaletta:
- individuo il mio target ed individuo quali comportamenti adotta il mio target su Facebook (a quali gruppi si iscrive, ad esempio);
- creo un gruppo che possa interessare il mio target… che sia possibilmente originale e con caratteristiche più specifiche di altri (non l’ennesimo gruppo su…);
- invito la gente a iscriversi (a questo è il livello massimo di invasività che mi permetto);
- attraverso l’attività del gruppo cerco di veicolare traffico sul mio sito (dove la campagna segue criteri più ‘canonici’ : ) ); questo contempla anche un moderato e sensato invio di messaggi in concomitanza di eventi o notizie significative;
- valuto l’efficacia dello strumento rispetto ad altre forme di promozione.
Il fatto è che secondo me può essere conveniente utilizzare facebook solo per promuovere qualcosa che ha già in sè un suo carattere ‘social’… ad esempio un evento, un luogo di ritrovo dove è possibile fidelizzare l’utenza/clientela, un forum o una community da far crescere con volontari motivati…
Il resto è, nel migliore dei casi, ‘moda’, ‘infatuazione’, nel peggiore, ‘spam’.
Per concludere…
Queste le mie riflessioni su Facebook, frutto della mia esperienza di utente e dalla mia visione da ‘addetto ai lavori’. Ancora mi rendo conto di avere delle lacune e non sento di possedere una conoscenza approfondita del ‘fenomeno’. Sono quindi pronto ad essere smentito o commentato dall’altrui esperienza.
Lascia pure il tuo commento da utente, iscritto a Facebook o ‘addetto ai lavori’.