La specificità del web è la cooperazione

ATTENZIONE! Non stai leggendo un normale articolo di un normale blog, ma i capitoli di un vero e proprio ebook riadattati per il web. Per saperne di più: e-book SEO.

La specificità del web è il link e il link è un mettere in relazione.
Se applichiamo a questo concetto la celebre frase di Marshall McLuhan “Il medium è il messaggio” interpretiamo il web come un mezzo che ha come messaggio proprio il mettere in relazione.

Il web ha come messaggio il mettere in relazione

Con il link mettiamo in relazione pagine web, informazioni, concetti… ma il messaggio è che la relazione è tanto importante quanto l’informazione e che oltre al percorso lineare, tipico della scrittura e del pensiero logico, abbiamo la possibilità di esplorare un altro percorso: quello ipertestuale, quello associativo, quello analogico.

A livello delle interazioni umane, il suggerimento che ne deriva è che la qualità della rete delle proprie relazioni è tanto importante quanto l’insieme delle singole competenze in proprio possesso.

Se coopero con un altro professionista – che avrà sicuramente conoscenze, competenze, esperienze, attitudini diverse dalle mie – è molto probabile che il risultato sarà migliore di quello che otterrei se fossi da solo a operare nel selvaggio World Wide Web. Ma c’è qualcosa di più: il risultato di questa cooperazione non è una somma. È un insieme, un tutto che è sempre maggiore della somma delle singole parti.

Cooperazione con gli altri specialisti del web (web developer, copywriter, marketer)

Il web è un campo vastissimo e spero davvero che sia terminata l’epoca in cui ci si aspetta aiuto dall’amico “bravo col computer”.

Il web è probabilmente un campo vasto quanto quello della medicina e almeno per quanto riguarda le questioni di salute nessuno si sognerebbe di farsi fare un’operazione a cuore aperto dal proprio dentista.

Se sono particolarmente dotato di numerose competenze potrò forse crearmi il mio sito da solo, “rubare” la grafica da qualche sito già esistente e – visto che sto studiando questo – farmi la mia campagna SEO per i fatti miei. Potrò fare anche del mio meglio a promuovere i miei contenuti su Facebook e magari imbastire una campagna AdWords all’occorrenza.

Ma devo sapere che potrò arrivare solo fino a un certo punto, perché ci sarà sempre qualcosa che non so, qualcosa che mi sfugge, ci sarà sempre tra i miei contatti qualcuno che in quel determinato microsettore ha più esperienza di me.

Se poi il progetto non è mio ma sto curando gli interessi di un cliente, allora forse è il caso che metta le sorti del suo sito web (anche) nelle mani di altri professionisti che, nell’ambito delle loro specifiche competenze, saranno più preparati di me.

Questa non è né una sconfitta né un’ammissione di manchevolezza. È una cosa molto bella: è capire che siamo tutti indipendenti presi nelle nostre singole competenze ma siamo anche inter-dipendenti quando si tratta di realizzare un’opera più complessa o quando ci muoviamo nella vita o nel mercato.

È riconoscere gli altri nel loro valore e unicità.

È un’attitudine alla cooperazione.

Cooperazione con gli altri SEO

Non solo posso (devo?) collaborare con altri professionisti del web ma posso farlo anche con altri SEO.

Ti darò tre motivi per farlo:

PRIMO MOTIVO. La SEO è diventata già da tempo un campo talmente vasto da rendere necessarie delle “sottodiscipline”: i SEO tecnici, i SEO umanisti, quelli specializzati nel link building, quelli “forti” nel content marketing, per non parlare dei SEO specializzati in determinati mercati (non solo quelli di “confine”, come il gambling e il settore “adult”, ma anche il turismo, il settore dei dentisti, degli avvocati…)

SECONDO MOTIVO. I SEO possono avere idee diverse su come risolvere lo stesso problema, a seconda delle esperienze diverse, delle sensibilità diverse, delle intuizioni. Quando questa divergenza riesce a diventare sinergia… beh, possiamo aspettarci qualcosa di davvero creativo e molto, molto interessante.

TERZO MOTIVO. Nella maggior parte dei casi i SEO sono liberi professionisti o al massimo delle piccole aziende che rivendono un servizio che si realizza tramite unità di ore-lavoro. Questo significa che possono vendere un numero limitato di unità alla settimana. Considerando che parte del proprio tempo lavorativo dovrà essere impiegato in attività “infatturabili” (gestire la propria attività, rispondere alle email, promuoversi e coltivare buone relazioni con i colleghi, aggiornarsi sulle novità del settore e autoformarsi di tanto in tanto) non mi meraviglierei se il SEO che vuole avere al di là del proprio appassionante lavoro anche una vita non riuscisse a fatturare più di 20-30 ore a settimana. Il più delle volte, lavorare di più diventerebbe poco salutare e quindi insostenibile nel lungo periodo.

Con solo 20-30 ore a settimana disponibili per i propri clienti potrebbe succedere a volte di avere un surplus di lavoro che non si riesce a smaltire e altre volte… un numero insufficiente di clienti! Essere inseriti all’interno di una rete di relazioni con altri SEO professionisti fidati permetterebbe di bilanciare gli alti e bassi della normale vita di un freelance: quando ho troppo lavoro posso passarlo a qualche collega con qualche ora libera, quanto ne ho poco posso aspettarmi di riceverne un po’ dalla mia rete.

Non sei una macchina e il tuo corpo non è stato progettato per stare ore e ore di fronte al computer.

Stacca subito, mettiti le scarpe da ginnastica e vai in palestra! O a fare una corsa. O a zumba. Oppure organizza una partita di calcetto con gli amici… qualsiasi cosa… anche una bella camminata a passo veloce!

Sul serio: tieni da conto il tuo corpo, perché senza la salute non c’è attività professionale che possa essere svolta con efficacia.


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